Cassazione: non c’è nesso tra vaccini e autismo
La Legge 210 del 1992 sancisce che, per poter ottenere un indennizzo, è necessario dimostrare il nesso causale fra il vaccino e la malattia.
In una recente sentenza, la Corte di Cassazione ribadisce la mancata connessione fra vaccini e autismo.
Nell'ultimo periodo i vaccini sono al centro del dibattito. Dopo le ultime novità riguardanti l'obbligatorietà di alcuni vaccini per i più piccoli, lo scontro fra i cosiddetti anti-vax e i sostenitori si è inasprito. Molti italiani, infatti, guardano ai vaccini con diffidenza, pensando che possano causare alcuni disturbi o malattie come l'autismo.
Proprio su questo tema è intervenuta ancora una volta la Corte di Cassazione. È necessario ricordare innanzitutto che, la Legge 210 del 1992, riguardante l'"Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati", sancisce che, per poter ottenere un indennizzo, è necessario dimostrare il nesso causale fra il vaccino e la malattia. Fino ad ora, non è stato possibile dimostrare questa correlazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la numero 24959 del 23 ottobre scorso, conferma nuovamente questa mancanza.
Il caso
La vicenda presa in considerazione dal Tribunale di Pesaro riguardava una coppia che aveva richiesto il riconoscimento dell'indennizzo previsto dalla Legge 210/1992. Secondo i genitori, infatti, il figlio aveva mostrato i primi sintomi dell'autismo in seguito alla somministrazione di alcuni vaccinazioni (antipoliomielite di tipo Sabm, DTP, antidifterica, antitetanica e antipertossica e MPR, morbillo parotite e rosolia), eseguite tra il 1998 e il 2003. Questo tribunale ha inizialmente accolto le richieste dei genitori, ma in seguito la Corte d'Appello di Ancona, dopo le analisi svolte dal CTU, ha ribaltato la sentenza. Secondo il Tribunale, infatti, non è stato provato il nesso fra vaccinazioni e l'insorgere dell'autismo nel bambino. Come prova definitiva, la Corte di Appello ha richiesto il parere di diversi tecnici, esperti in questo tema. Tutti hanno affermato che non esiste un nesso fra la vaccinazione e la malattia.
La decisione della Corte di Cassazione
Dopo la sentenza della Corte d'Appello, i genitori hanno deciso di fare ricorso presso la Corte di Cassazione. Gli ermellini hanno giudicato inammissibile il ricorso. La sentenza della Corte di Cassazione, infatti, si è basata sul principio secondo cui "la prova a carico dell'interessato ha ad oggetto l'effettuazione della somministrazione vaccinale e il verificarsi dei danni alla salute e il nesso causale tra la prima e i secondi, da valutarsi secondo un criterio di ragionevole probabilità scientifica, mentre nel caso il nesso causale costituisce solo un'ipotesi possibile".
La sentenza, inoltre, afferma che "Deve qui ribadirsi che il vizio, denunciabile in sede di legittimità, della sentenza che abbia prestato adesione alle conclusioni del consulente tecnico d'ufficio, è ravvisabile in caso di palese devianza dalle nozioni correnti della scienza medica, la cui fonte va indicata, o nell'omissione degli accertamenti strumentali dai quali, secondo le predette nozioni, non può prescindersi per la formulazione di una corretta diagnosi, mentre al di fuori di tale ambito la censura costituisce mero dissenso diagnostico che si traduce in un'inammissibile critica del convincimento del giudice".
Gli ermellini, infine, ribadiscono che non "risulta decisiva la critica avente ad oggetto la mancata individuazione da parte del CTU di una possibile eziologia alternativa, considerato che la Corte riferisce il passaggio della consulenza ove si ammette che l'eziologia di tale della malattia risulta tuttora in gran parte sconosciuta".
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