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La mia compagna, infermiera, ha contratto il virus in ospedale ed è stata subito messa in isolamento domiciliare. A me e a mia figlia, che non abbiamo sintomi, non è stato fatto il tampone.
Quesito:
Vivo in un Condominio con la mia famiglia.
La mia compagna, infermiera, ha contratto il virus in ospedale ed è stata subito messa in isolamento domiciliare.
A me e a mia figlia, che non abbiamo sintomi, non è stato fatto il tampone.
La mia compagna vive isolata in una stanza dell'appartamento, mentre io e mia figlia siamo chiusi in casa e non abbiamo contatti con il mondo esterno.
Questa mattina ho ricevuto una mail con la quale l'Amministratore di Condominio comunicava di aver dovuto sospendere il servizio di sanificazione a causa di alcuni condomini che erano contrari e invitava tutti a comunicargli eventuali casi di positività al coronavirus in modo tale da poter successivamente avvisare gli altri della positività all'interno dello stabile.
Sono obbligato a comunicare all'Amministratore di Condominio la positività in famiglia?
I condomini hanno il diritto di sapere che c'è una famiglia in isolamento?
Se comunico la positività all'Amministratore può essere violata la privacy della mia famiglia?
Risposta:
Da quanto esposto, la famiglia sta rispettando le attuali disposizioni normative, in particolare quella secondo cui "il soggetto positivo al coronavirus deve rimanere in isolamento al proprio domicilio, mantenendosi a debita distanza dai propri familiari, possibilmente rimanendo in una stanza - senza ricevere visite - che deve essere ben areata. I suoi familiari, se in buona salute, devono soggiornare negli altri locali della casa, mantenendo dall'infetto almeno un metro di distanza".
Ciò premesso, con specifico riguardo al Condominio, allo stato attuale non esiste una disposizione che impone alla persona positiva al covid-19 di comunicarlo all'Amministratore ed ai singoli condomini.
Di conseguenza, anche in caso di conoscenza "informale" di un soggetto positivo al virus, l'Amministratore non è tenuto a dare diffusione del condomino contagiato agli altri, esponendosi, in caso contrario, al rischio di possibili azioni risarcitorie da parte della persona positiva, nonché a possibili sanzioni da parte del Garante della Privacy per trattamento illecito dei dati personali.
Se tuttavia il condomino, a suo insindacabile giudizio morale, decide di comunicare all'Amministratore il proprio stato di salute, quest'ultimo, sempre nel rispetto della privacy, dovrebbe procedere con un intervento di sanificazione che, in quanto attività urgente, non dovrebbe necessitare di ratifica da parte dell'assemblea, purché venga esibita ai condomini la relativa fattura della ditta incaricata all'intervento.
In conclusione:
- Non esiste disposizione che impone ad un condomino isolato nella propria abitazione di rivelare all'Amministratore il proprio stato di salute, purché siano rispettati tutti i protocolli di sicurezza attualmente vigenti.
- Un comportamento arbitrario dell'Amministratore potrebbe causare solo situazioni di panico.
- Nel caso in cui un condomino riveli il proprio stato di malattia, l'Amministratore dovrebbe procedere con l'attività di sanificazione/igienizzazione degli spazi, che in quanto attività urgente, non dovrebbe essere preventivamente ratificata dall'assemblea.