Il riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali in Italia
Come funziona attualmente il riconoscimento dei figli nelle coppie omosessuali in Italia?
Il ministro Fontana ha dichiarato il suo dissenso nei confronti del riconoscimento dei bambini concepiti all'estero da parte di coppie dello stesso sesso.
Sono passati appena due anni dal riconoscimento delle unioni civili fra persone dello stesso sesso, grazie all'approvazione della cosiddetta Legge Cirinnà. Tuttavia, sono ancora molti i diritti che il collettivo LGBT deve conquistare. Qualche giorno fa, durante l'audizione alla Commissione Affari sociali, il ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, ha affermato: "Rilevo come l'attuale assetto del diritto di famiglia non possa non tenere in conto di cosa sta accadendo in questi ultimi mesi in materia di riconoscimento della genitorialità, ai fini dell'iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all'estero da parte di coppie dello stesso sesso facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere".
Come funziona attualmente il riconoscimento dei figli nelle coppie omosessuali in Italia?
È necessario ricordare, innanzitutto, che la Legge 20 maggio 2016, n. 76, inizialmente conteneva diverse norme sulla cosiddetta "stepchild adoption" ma sono state poi eliminate. Per questo, attualmente, le coppie omosessuali hanno diverse opzioni ma dipendono interamente dalla decisione dei giudici e degli amministratori locali. Sono loro, infatti, ad avere l'ultima parola sul riconoscimento dei figli.
Le stepchild adoption, in Italia, infatti, sono permesse solamente alle coppie eterosessuali. Nel caso di una coppia omosessuale, dunque, il bambino è legalmente figlio solamente della madre lo ha partorito o del padre che lo ha concepito. Tuttavia, esistono alcune sentenze che hanno dato l'opportunità a diverse persone all'interno di una coppia gay di poter adottare il figlio del partner. La prima sentenza che ha permesso la stepchild adoption all'interno di una coppia omosessuale è stata quella del Tribunale dei minorenni di Roma che, nel 2014, ha dato il via all'adozione di una bambina da parte della mamma non biologica, sentenza poi confermata dalla Corte di Cassazione due anni dopo.
Rispetto al caso di cui ha parlato il ministro Fontana, ossia il riconoscimento di un figlio avuto all'estero da una coppia omosessuale, la situazione è simile. Alcune coppie, infatti, hanno richiesto di riconoscere gli atti che erano stati redatti in un paese estero, basando la propria richiesta sul diritto internazionale. Una delle prime sentenze è stata quella della Corte di appello di Torino che ha permesso di trascrivere sul certificato di nascita del bambino nato all'estero la presenza di entrambe le madri.
A livello amministrativo, inoltre, sono stati diversi i sindaci italiani, a partire dalla grillina Chiara Appendino, sindaca di Torino, ad aprire alla registrazione degli atti di nascita. In seguito, infatti, si sono aggiunte altre amministrazioni come quella di Firenze o di Milano. Questo passaggio, infatti, è indispensabile per poter portare a termine la registrazione presso l'ufficio anagrafe.
Per ora, la risposta alle parole del ministro Fontana è arrivata dal vicepremier Luigi di Maio: "Nel contratto di governo non ci sono queste materie perché non siamo d'accordo con la Lega".
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