Diritto alla disconnessione all'estero e in Italia

Anche in Spagna, il Congresso si impegna a riconoscere per legge il diritto alla disconnessione digitale.

25 OTT 2018 · Tempo di lettura: min.
Photo by Tyler Franta on Unsplash

Attualmente la stragrande maggioranza delle persone apprezza ciò che le nuove tecnologie apportano alle nostre vite, perché indubbiamente fanno molto per noi mettendoci in contatto con coloro che sono importanti per noi a prescindere dal luogo in cui troviamo.

Pensiamo anche solo a vent'anni fa, quando esisteva ancora il servizio militare: le famiglie rimanevano a casa aspettando notizie dai loro ragazzi. A quel tempo si scambiavano lettere, che contenevano persino fotografie, nelle quali raccontavano le loro storie e si aggiornavano su quanto accadeva nella loro vite. Per loro era impensabile poter inviare un messaggio istantaneo, una o mille foto in tempo reale o addirittura parlare "faccia a faccia" attraverso videochiamate. Tutto ciò che oggi noi diamo per scontato non esisteva e al massimo potevano, ogni tanto, farsi una telefonata – peraltro piuttosto costosa. La situazione per coloro che dovevano andare all'estero per lavorare era addirittura peggiore, perché le chiamate internazionali erano così costose da essere impensabili per le persone umili.

Oggi le cose sono completamente diverse: attraverso Internet possiamo parlare liberamente e in tempo reale quasi con ogni parte del mondo, con anche la possibilità di vedere i nostri volti attraverso lo schermo. Questo, tuttavia, ha anche il suo lato negativo: il contatto si è normalizzato così tanto che l’essere collegati 24 ore al giorno sembra quasi un dovere. Dobbiamo essere reperibili per chiunque, anche se si tratta di lavoro. Ci sono molte aziende che forniscono telefoni cellulari ai loro dipendenti, e poi pretendono che siano disponibili praticamente in qualsiasi momento. Ciò genera stress e ansia nel lavoratore, che è schiavo di un telefono che può suonare in qualsiasi momento nonostante quelle siano le sue ore di riposo, nei giorni di vacanza o nei fine settimana. Se non risponde,  può vivere delle conseguenze negative dal punto di vista lavorativo.

Senza contare gli effetti negativi che, a livello psicologico, la mancanza di discionnessione reale può portare con sé.

A causa di questi effetti negativi che questa mancanza di reale disconnessione dal lavoro può provocare, in Francia è stato introdotto già da qualche anno il diritto di disconnettersi nella sua riforma del lavoro. È un diritto introdotto molto timidamente, ma che apre le porte a una realtà di cui fin troppo spesso non si tiene conto: anche il lavoratore ha una vita propria e non vive per l’azienda presso la quale lavora. Nel caso della Francia, l’introduzione di questo diritto è avvenuta attraverso un accordo tra il datore di lavoro e i lavoratori (per le imprese con più di 50 dipendenti). In caso di mancanza di accordo il datore di lavoro deve redigere una lettera di utilizzo di nuove tecnologie al di fuori degli orari di lavoro. E questa è, senza dubbio, la parte che sembra meno logica, perché ovviamente in caso di disaccordo il datore di lavoro potrà prestare attenzione solo ai suoi interessi. Oltre a questa piccola incongruenza, il fatto che il diritto alla disconnessione digitale sia previsto per i lavoratori delle piccole e medie imprese lo rende incerto, poiché di solito è proprio nelle piccole imprese che il datore di lavoro dipende più dai suoi lavoratori e non c'è così tanta diversificazione dei reparti.

In Spagna, il Congresso sta elaborando una legge sulla protezione dei dati che possa riconoscere il diritto alla disconnessione digitale ai lavoratori di aziende private e dipendenti pubblici. L'obiettivo principale di questa misura è evitare di dover affrontare questioni relative al lavoro in periodi di assenza per malattia, riposo o ferie.

In ogni caso è un inizio, ma c'è ancora tanto da fare. La parte positiva in questo caso è rappresentata da aziende come Orange o Michelin, che apparentemente stanno introducendo nuove misure di disconnessione digitale tra i loro lavoratori, controllando e limitando le connessioni remote per facilitare una corretta disconnessione nelle ore di riposo o nei giorni di vacanza. Senza dubbio sono buoni esempi di un percorso che dovremmo iniziare a intraprendere anche in Italia, dove non solo le ore di lavoro sono praticamente infinite, ma i datori di lavoro hanno spesso questa cattiva abitudine di chiamare i propri dipendenti per risolvere i problemi nel momento in cui sorgono, siano le tre del pomeriggio o le nove di sera.

E in Italia?

In Italia il diritto alla disconnessione non è ancora dettagliato. L’unico ragguaglio è attualmente presente nella legge del 2017 sul lavoro agile che prevede quanto segue: «nel rispetto degli obiettivi concordati e delle relative modalità di esecuzione del lavoro autorizzate dal medico del lavoro, nonché delle eventuali fasce di reperibilità, il lavoratore ha diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche di lavoro senza che questo possa comportare, di per sé, effetti sulla prosecuzione del rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi».

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