Eutanasia si o eutanasia no?
Qual è la differenza fra eutanasia attiva e passiva?
Qual è la situazione in Italia? Cosa ne pensano gli italiani?
Il caso di Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, ha riaperto il dibattito in Italia sull'eutanasia. Il giovane, in seguito a un incidente che l'ha reso cieco e tetraplegico e dopo anni di terapie, aveva deciso di mettere fine alla sua vita. Per poter ricorrere all'eutanasia, però, si è dovuto recare in Svizzera, dove è morto il 27 febbraio scorso.
Nonostante l'opinione favorevole di molte parti della società civile italiana, a livello politico l'Italia non sembra ancora pronta a fare questo passo verso una scelta consapevole rispetto alla morte.
Cosa s'intende per eutanasia?
Chiamata anche "dolce morte", l'eutanasia attiva indica un atto intenzionale che provoca la morte di un paziente consenziente la cui salute è compromessa irrimediabilmente da una malattia. Esiste, inoltre, l'eutanasia passiva che, attraverso la sospensione delle cure, causa la morte del malato.
Si indica con suicidio assistito, invece, l'atto in sé che provoca la morte compiuto dallo stesso paziente, pur con l'aiuto di altre persone nella preparazione del procedimento. Nel dibattito si parla anche del cosiddetto "testamento biologico", ossia un documento che indica le terapie che si accetterebbero in caso di incidente o malattie nel caso in cui la persona non sia in grado di esprimere la propria volontà.
In Italia l'eutanasia, pur non essendo definita dalla legge, è un reato. Sia il suicidio assistito che l'eutanasia, infatti, sono punibili secondo gli articoli 575, 579, 580 e 593 del Codice Penale. Per ora, l'unico progetto di legge esistente è quello sul testamento biologico. È bene ricordare, inoltre, che l'articolo 32 della Costituzione sancisce che:
"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
A favore e contro
Nel mondo, esistono diversi paesi in cui l'eutanasia è legale. È il caso, ad esempio, di Olanda e Belgio. In Italia, secondo il Rapporto Italia 2016 dell'Eurispes, il 60% degli italiani sarebbe a favore di una legislazione sull'eutanasia, un 4,8% in più rispetto al 2015.
Secondo quanto riportato dall'agenzia di notizie Adnkronos, il presidente della Commissione Diritti Umani del Parlamento Europeo, Antonio Panzeri, ha affermato, riferendosi al caso di Fabiano Antoniani, che:
«chi ha un'opinione diversa o si affida al proprio credo, viene oggettivamente salvaguardato dal fatto che non usufruisce di questo diritto. Ma perché negarlo a chi lo richiede? In questo caso è stata una denuncia molto alta, che io credo il Parlamento debba saper cogliere nella sua essenza».
Un'altra parte dell'opinione pubblica italiana è contraria all'eutanasia, soprattutto chi crede che ci sia una possibilità di guarigione anche nei casi più complessi. È contraria anche la religione cattolica, secondo cui, la vita è stata donata da Dio e solo lui può decidere su di essa. Secondo quanto riportato da radio Vaticana, il Monsignore Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha affermato:
«La legge non può per sua natura regolamentare situazioni così drammatiche; si rischia di creare 'la cultura dello scarto di cui parla il Papa"».
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