La necessità di un consenso medico veramente informato
Una nuova interessante pronuncia della Suprema Corte in tema di consenso medico informato: particolare attenzione viene posta sulla chiarezza dell'informazione e della comunicazione
Con una recentissima sentenza (la n. 19212 del 29 settembre 2015) la Suprema Corte torna sullo spinoso argomento del consenso medico informato.
Secondo i Giudici di ultima istanza l'obbligo del consenso informato costituisce legittimazione e fondamento del trattamento sanitario senza il quale l'intervento del medico è – al di fuori dei casi di trattamento per legge obbligatorio o in cui ricorra uno stato di necessità – sicuramente illecito, anche quando è nell'interesse del paziente (v. Cass., 16/10/2007, n. 21748).
Ma vi è di più: l'acquisizione da parte del medico del consenso informato costituisce prestazione altra e diversa da quella dell'intervento medico richiestogli, assumendo autonoma rilevanza ai fini dell'eventuale responsabilità risarcitoria in caso di relativa mancata prestazione da parte del paziente (v. Cass., 13/2/2015, n. 2854. Cfr. altresì Cass., 16/05/2013, n. 11950).
In ragione di ciò il medico ha l'obbligo di erogare informazioni estremamente dettagliate e precise al malato al quale viene suggerito di sottoporsi ad un trattamento sanitario; tali informazioni, oltre ad essere il più esaustive possibili, devono essere erogate con modalità trasparenti onde non generare nel paziente un disorientamento valutativo.
In ambito processuale, secondo la Suprema Corte, grava sul medico l'onere di dimostrare di aver assolto appieno tale obbligo informativo, valutando anche il livello culturale del paziente e, per quanto evincibile, il reale grado di conoscenze specifiche di cui il malato dispone.
Tale pronuncia è particolarmente significativa perchè enuclea principi particolarmente rigorosi in tema di consenso informato.