L’amante rivela il tradimento? È reato
Per la Corte di Cassazione questo tipo di caso rientra all'interno del reato di molestia descritto dall'art. 660 del codice penale.
Un amante che informa l'altro coniuge dell'infedeltà del marito o della moglie, può incorrere in una condanna. È quanto ha stabilito la Corte di Cassazione in una sentenza senza precedenti.
Il caso
La sentenza n. 29826/2015 della Corte di Cassazione dà una risposta al dubbio di molti: se l'amante confessa al vostro coniuge la vostra infedeltà è reato? Secondo la Cassazione potrebbe trattarsi di molestie e stalking.
Questa sentenza riguarda un episodio concreto: una moglie ha scoperto la relazione extraconiugale di suo marito grazie alle rivelazioni dell'amante. La donna, infatti, ha chiamato per tre volte la moglie per informarla non solo delle relazioni sessuali intrattenute con lei ma anche con altre donne. In primo grado l'amante era stata condannata per aver infranto l'art. 660 del Codice Penale:
"Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a euro 516".
A questa prima sentenza si è poi aggiunta quella della Corte di Cassazione che classifica il comportamento tenuto dall'amante come "molestie" eseguite in forma anonima.
Perché è reato?
Per la Corte di Cassazione questo tipo di caso rientra all'interno del reato di molestia descritto dall'art. 660 del codice penale. In generale, questo tipo di situazioni può rientrare, inoltre, nel reato di stalking. La rivelazione dell'infedeltà al coniuge e ad altre persone, infatti, ha conseguenze negative sui due coniugi e sulla famiglia, ledendo la riservatezza e l'intimità sessuale. Per questo, le vittime di stalking hanno diritto a richiedere un risarcimento così come descritto dall'art. 612 bis del Codice Penale.
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