Tre diritti che ogni lavoratore dovrebbe conoscere

Ferie, pause di lavoro e visita fiscale…quali sono i diritti dei lavoratori?

Il diritto del lavoro può essere una vera e propria giungla in cui orientarsi può risultare davvero difficile. Per i lavoratori è quindi indispensabile conoscere le norme fondamentali per poter evitare problemi e sanzioni o per far valere i propri diritti. Per questo, vi ricordiamo alcuni dei diritti che ogni lavoratore dovrebbe conoscere.

Pause di lavoro

Le pause di lavoro sono disciplinate dal D.lgs 66/2003 e dai contratti collettivi che possono prevedere una durata maggiore. Secondo l'articolo 8, infatti,

"Qualora l'orario di lavoro giornaliero ecceda il limite di sei ore il lavoratore deve beneficiare di un intervallo per pausa, le cui modalità e la cui durata sono stabilite dai contratti collettivi di lavoro, ai fini del recupero delle energie psico-fisiche e della eventuale consumazione del pasto anche al fine di attenuare il lavoro monotono e ripetitivo".

Tenendo conto delle esigenze tecniche del processo lavorativo, infatti, il lavoratore può usufruire di una pausa della durata non inferiore ai dieci minuti, anche sul posto di lavoro, tra l'inizio e la fine di ogni periodo giornaliero di lavoro. Sono esclusi da questa normativa alcune categorie di lavoratori, come i collaboratori familiari o i dirigenti, mentre altre categorie, come i minorenni o i videoterminalisti, hanno una disciplina diversa rispetto alle pause di lavoro.

Chi sceglie il periodo delle ferie?

Secondo il terzo comma dell'articolo 36 della Costituzione italiana "il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi". Il diritto alle ferie si acquisisce progressivamente e, secondo il Decreto Legislativo n. 66 del 2003, le ferie devono durare almeno quattro settimane o avere una maggior durata così come stabilito dal contratto collettivo. La scelta del periodo delle ferie è presa dal datore di lavoro. Nonostante ciò, in questa decisione non si prendono in considerazione solamente le esigenze organizzative e produttive dell'impresa.

Nella scelta del periodo di ferie, infatti, secondo la giurisprudenza, è necessario tener conto anche delle necessità del lavoratore e del suo diritto di poter avere un periodo di riposo per poter ricaricare le energie e ritornare a lavoro. Il datore di lavoro, inoltre, deve comunicare in anticipo il periodo scelto, così come stabilito dal secondo e terzo comma dell'articolo 2109 del codice civile:

"Il prestatore di lavoro […] ha anche diritto [dopo un anno d'ininterrotto servizio] ad un periodo annuale di ferie retribuito, possibilmente continuativo, nel tempo che l'imprenditore stabilisce, tenuto conto delle esigenze dell'impresa e degli interessi del prestatore di lavoro. La durata di tale periodo è stabilita dalla legge, [dalle norme corporative,] dagli usi o secondo equità.

L'imprenditore deve preventivamente comunicare al prestatore di lavoro il periodo stabilito per il godimento delle ferie".

Visita fiscale

Con il decreto n. 206 del 17 ottobre 2017, sono cambiate alcune delle norme riguardanti le cosiddette visite fiscali. In particolar modo, ci sono diverse novità in materia di cause di esclusione dall'obbligo di reperibilità. L'articolo 4 del decreto, infatti, prevede l'esclusione nei seguenti casi:

• patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
• causa di servizio riconosciuta che abbia dato luogo all'ascrivibilità della menomazione unica o plurima alle prime tre categorie della Tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981, n. 834, ovvero a patologie rientranti nella Tabella E del medesimo decreto;
• stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta, pari o superiore al 67%.

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