Come affrontare il tema dell’immigrazione?
È chiaro che, ormai, la soluzione ai problemi riguardante l'accoglienza dei migranti deve essere affrontata a livello europeo.
Il tema dell'immigrazione è più che mai d'attualità. Ecco alcune considerazioni del sociologo Stefano Allievi.
Gli sbarchi dei migranti sulle coste del Mediterraneo, fra cui i casi delle navi Aquarius e Diciotti, per citare i casi più tristemente noti, hanno accaparrato l'attenzione mediatica degli ultimi mesi. L'arrivo del nuovo governo, con Matteo Salvini come ministro degli Interni, ha inasprito il dibattito sull'immigrazione. Secondo recenti dati relativi al periodo dal 1 gennaio al 28 agosto, gli immigrati sbarcati sono diminuiti sensibilmente. Comparati con i dati riferiti allo stesso periodo nel 2016 e nel 2017, infatti, la riduzione consiste nell'81,26% rispetto a due anni fa e del 79,87% rispetto all'anno scorso.
Tuttavia, l'opinione pubblica italiana continua a dividersi fra sostenitori e contrari all'arrivo degli immigrati. Nonostante non sia uno dei principali problemi della società italiana, infatti, la campagna elettorale costante degli ultimi mesi, rischia di spaccare il paese.
È chiaro che, ormai, la soluzione ai problemi riguardante l'accoglienza dei migranti deve essere affrontata a livello europeo. La chiusura all'immigrazione da parte di molti stati non ha affatto risolto il problema ma ha avuto come conseguenza quello di incrementare gli arrivi irregolari, in maggior parte gestiti dalle mafie. I tentativi di creare una politica migratoria comune a livello europea sono spesso naufragati di fronte alle decisioni e alla chiusura di diversi stati membri.
Secondo un articolo del sociologo Stefano Allievi sulla rivista l'Espresso, la soluzione più adeguata sarebbe quello di "riaprire canali regolari di immigrazione, concordati con i paesi d'origine, selezionati in base alle esigenze del mercato del lavoro". L'esperto, infatti, sottolinea in primis la necessità di introdurre lavoratori a livello europeo. A causa del calo demografico del vecchio continente, in futuro, ciò che aspetta l'Europa non può essere che la recessione. Le politiche di natalità, infatti, se dovessero funzionare, non avranno effetto immediato.
Allievi afferma che l'immigrazione regolare è l'unica maniera per poter contrastare il fenomeno dell'immigrazione irregolare, attraverso accordi con i paesi d'origine e di transito e, ovviamente, fra gli stati membri dell'UE: "Per fare ciò l'Europa deve trattare con una voce sola, potente e con adeguate risorse a disposizione, cosa che nessun Paese europeo, da solo, può fare: nemmeno politicamente, essendo sempre sottoposto al ricatto elettorale delle forze xenofobe interne, che dalla presenza dell'immigrazione non controllata, più che dal contrasto ad essa, ricavano la loro rendita elettorale".
Un altro punto fondamentale, secondo Allievi, è quello di superare la distinzione tra richiedenti asilo e migranti economici. Questa differenziazione, infatti, spingerebbe molti migranti economici a richiedere asilo in Europa in quanto sanno che è una delle maniere migliori per poter aver maggiori opportunità di essere accolti. Aprendo un canale regolare per l'immigrazione, si potrà permettere ai migranti economici di entrare nell'UE e, allo stesso tempo, di svolgere le pratiche per la richiesta d'asilo solamente per quelle persone che ne hanno realmente bisogno. Ovviamente, con l'accoglienza dei migranti va anche creata una struttura che gli permetta di imparare la lingua, la cultura e anche di poter usufruire di formazione professionale.
L'immigrazione, dunque, è sicuramente un tema su cui creare un dibattito serio ma che non si basi sul mero tifo da stadio. È urgente creare una politica comune e ben strutturata a livello europeo che possa tenere conto delle necessità dei migranti e degli stati membri e che non dimentichi la solidarietà, indipendentemente dalla provenienza di ognuno.
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