Come funziona l’8 per mille?
Diverse associazioni, movimenti e partiti che criticano il meccanismo dell'8 per mille.
Qual è il meccanismo alla base dell'8 per mille? Quali sono le criticità di questo sistema?
Arriva il momento della dichiarazione dei redditi e si ripresenta la questione dell'8 per mille. Questa quota del gettito IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) può essere destinata allo Stato o a una istituzione religiosa a seconda della scelta fatta dal contribuente. Secondo quanto sancisce la legge 222/85 che ha istituito l'8 per mille:
"A decorrere dall'anno finanziario 1990 una quota pari all'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali, è destinata, in parte, a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica".
I cittadini, nel momento in cui presentano la dichiarazione dei redditi, dunque, possono decidere a chi devolvere questa percentuale, avendo la possibilità di fare una sola scelta. Dalle scelte di ogni persona, vengono poi calcolate le percentuali per scoprire quanti soldi vengono dati rispettivamente alle varie opzioni possibili. Tuttavia, se un cittadino non sceglie a chi destinare la sua quota, il suo 8 per mille viene attribuito in base alle scelte degli altri contribuenti e non direttamente allo Stato, come molti pensano erroneamente.
Le scelte possibili per i contribuenti nel 2018 erano: Stato, Chiesa cattolica, Unione Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Evangelica Valdese (Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi), Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale, Chiesa Apostolica in Italia, Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia, Unione Buddhista Italiana, Unione Induista Italiana, Istituto buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG).
Sono diverse le associazioni, i movimenti e i partiti che criticano il meccanismo dell'8 per mille perché ogni anno il modo in cui funziona, soprattutto per le quote dei contribuenti che non scelgono direttamente a chi va destinata la propria quota, permette alla Chiesa Cattolica di usufruire di enormi benefici. Anche la Corte dei Conti si è espressa più volte su questa questione, richiedendo ai vari governi che si sono succeduti di rivedere il meccanismo.
Uno degli ultimi interventi della Corte dei Conti risale al 23 dicembre 2016, la deliberazione n. 16/2016/G, che ha sottolineato la persistenza di diversi problemi a livello normativo:
- la problematica delle scelte non espresse e la scarsa pubblicizzazione del meccanismo di attribuzione delle quote;
- l'entità dei fondi a disposizione delle confessioni religiose;
- la poca pubblicizzazione delle risorse erogate alle stesse;
- lo scarso controllo sui fondi di competenza statale;
- la rilevante decurtazione della quota statale;
- l'incoerenza nella destinazione delle risorse derivanti dall'opzione a favore dello Stato e la lentezza nella loro assegnazione.
Nella deliberazione della Corte dei Conti, infatti, si può leggere: "In violazione dei principi di buon andamento, efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione, lo Stato continua a mostrare disinteresse per la quota di propria competenza, cosa che ha determinato, nel corso del tempo, la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore, dando l'impressione che l'istituto sia finalizzato – più che a perseguire lo scopo dichiarato – a fare da apparente contrappeso al sistema di finanziamento diretto delle confessioni".