Comodato dell'immobile dei suoceri a favore della nuora e separazione
Immobile concesso dai suoceri in comodato alla ex nuora assegnataria della casa in sede di separazione. Diritto alla restituzione dell'immobile: analisi del contratto di comodato, clausole e interpretazione complessiva della volontà delle parti

La sentenza del Tribunale di Lucca offre un'importante occasione per analizzare i principi fondamentali che regolano il comodato di immobili nel contesto familiare, tema di crescente rilevanza considerando la complessità delle dinamiche familiari contemporanee.
La pronuncia si inserisce in un consolidato orientamento giurisprudenziale che ha progressivamente delineato i contorni del comodato familiare come istituto giuridico dotato di peculiarità proprie rispetto al comodato ordinario disciplinato dall'art. 1803 del Codice civile.Il primo aspetto rilevante che emerge dalla pronuncia riguarda la distinzione tra comodato precario e comodato con vincolo di destinazione familiare. Il Tribunale richiama l'orientamento consolidato della Cassazione, in particolare la sentenza n. 20118 del 2024, che ha delineato con chiarezza come il comodato destinato a esigenze abitative familiari assuma caratteristiche peculiari rispetto al comodato ordinario, richiedendo una valutazione più articolata della volontà delle parti e delle circostanze concrete del rapporto.Un elemento di particolare interesse nella sentenza riguarda l'analisi della volontà delle parti nella determinazione della natura del comodato. Il Tribunale, allineandosi con la ordinanza n. 10895 del 2023, sottolinea come la destinazione familiare dell'immobile non debba necessariamente risultare da una previsione esplicita del contratto, ma possa essere desunta dall'interpretazione complessiva delle circostanze e dei comportamenti delle parti, in linea con quanto previsto dall'art. 1809 del Codice civile.Nel caso specifico, il Tribunale ha accolto la domanda dei ricorrenti (i genitori comodanti) condannando la nuora assegnataria della casa coniugale a rilasciare l'immobile, ma ha fissato un termine per l'esecuzione al 30 giugno 2025. Questa decisione si basa su un'attenta valutazione della natura del comodato, qualificato come precario, in quanto il comodatario era stato considerato singolarmente e non come esponente di un più ampio gruppo familiare. AI fini della decisione assurge a ruolo primario non solo il tenore letterale delle cluasole inserite a contratto ma la loro lettura complessiva volta a far comprendere la reale volontà delle parti. Il Tribunale ha ritenuto determinante, infatti, il fatto che il comodatario fosse stato considerato singolarmente, non come esponente di un più ampio gruppo familiare, come evidenziato dall'assenza di riferimenti al nucleo familiare nel testo dell'accordo. Questa interpretazione è stata ulteriormente supportata dalla presenza di una clausola che prevedeva la restituzione dell'immobile su richiesta dei comodanti con un preavviso di 30 giorni, elemento che secondo il giudice rappresentava un chiaro indice della volontà delle parti di non vincolare il comodato a uno specifico uso familiare. A questa precisa e puntuale indagine giuridica è stata, tuttavia, affiancata una particolare sensibilità per la situazione concreta, specialmente considerando la presenza di figli minori nell'unità immobiliare. Richiamando la sentenza della Cassazione n. 27634 del 2023, ha concesso un termine congruo per il rilascio, al fine di permettere all'assegnataria di reperire un'altra idonea sistemazione abitativa. La decisione ha inoltre disposto la compensazione integrale delle spese di lite, considerando la peculiarità della fattispecie e la obiettiva controvertibilità delle possibili opzioni interpretative.Questa soluzione rappresenta un equilibrato bilanciamento tra il diritto dei proprietari alla restituzione dell'immobile e la necessità di tutelare le esigenze abitative del nucleo familiare, specialmente in presenza di minori. La pronuncia si inserisce nel solco di quella giurisprudenza "evolutiva" che interpreta le norme codicistiche alla luce dei mutamenti sociali e dei principi costituzionali di solidarietà familiare, come evidenziato anche dalla ordinanza n. 35104 del 2023 della Cassazione.In conclusione, la sentenza del Tribunale di Lucca rappresenta un significativo esempio di come la giurisprudenza contemporanea sia orientata verso una lettura sistematica e assiologica delle disposizioni in materia di comodato, capace di bilanciare le esigenze proprietarie con le istanze di tutela sociale e familiare, dimostrando particolare attenzione alla protezione dei soggetti più vulnerabili nel contesto delle relazioni familiari.