Social network, privacy e stalking
Nonostante esistano diverse leggi che tutelino il diritto alla privacy, i legislatori hanno incontrato diverse difficoltà nella regolamentazione del trattamento dei dati presenti in rete.
Internet e l'avvento dei social network hanno causato nuovi problemi sul fronte della privacy. Stalking e furto dei dati sono solo alcune delle situazioni in cui possono ritrovarsi gli utenti delle reti sociali.
La legislazione
Nonostante esistano diverse leggi che tutelano il diritto alla privacy, i legislatori hanno incontrato diverse difficoltà nella regolamentazione del trattamento dei dati presenti in rete. La potenziale libertà che offrono i cosiddetti social network, infatti, spesso è in netto contrasto con i diritti dei singoli utenti. In più, è molto complicato controllare e far rispettare le leggi nell'estesa giungla che è internet. Questo causa la presenza di lacune legislative soprattutto all'interno delle reti sociali. L'Unione Europea sta cercando di legiferare a tal proposito, cercando i metodi più efficaci per la tutela della privacy online.
Fra le leggi già in vigore che aiutano a proteggere i nostri dati da un'eventuale violazione della privacy troviamo:
- Codice della Privacy (Decreto legislativo n° 196 del 30/06/2003);
- Diritto all'oblio (Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 13 maggio 2014);
- Cookie law (Provvedimento numero 229/2014 del Garante della Privacy).
Il Garante della Privacy ha messo a disposizione sul suo sito una guida che spiega come tutelare la propria privacy sui social network.
Stalking sulle reti sociali
Lo stalking è un fenomeno anteriore all'avvento di internet e delle reti sociali. Il codice penale definisce lo stalker come colui che "con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita" (art. 612-bis c.p.).
Se lo stalking avviene a livello digitale si parla, in generale, di cyberbullismo. Secondo il sondaggio eseguito da Pew, il 25% degli utenti intervistati ha sofferto molestie di diverso tipo su internet. All'interno di questa percentuale, ben il 66% è stato vittima di cyberbullismo sulle reti sociali. I bersagli principali sono i giovani fra i 18 e i 20 anni.
Se si è vittime di cyberbullismo, innanzitutto bisogna conservare più prove possibili delle molestie ricevute e sporgere una querela all'autorità competente, che in questo caso specifico è la Polizia Postale.