Concorsi: accesso alle professioni sanitarie

Un errore di stampa relativo ad alcuni quesiti di cultura generale ha comportato per gli stessi notevole disorientamento in una prova nella quale "il fattore tempo è assolutamente determinante".

Nel corso della prova la Commissione si accorge dell'errore e lo segnala. Tuttavia si crea una evidente situazione di disparità di trattamento tra alcuni candidati che avevano già avuto occasione di incrociare detti quesiti e coloro che, per qualsiasi motivo, non li avevano ancora affrontati.

Inoltre, vi è stata l'ulteriore difficoltà – non secondaria in una prova che sottopone che la sostiene ad una carica di stress emotivo (seppur differenziata secondo le sensibilità di ciascun individuo) – originata dalla presenza (non divulgata dalla Commissione durante la prova) di una domanda con due risposte esatte, la quale ha generato ulteriore incertezza.

A fronte di tale situazione la Commissione ha deciso di non interrompere la prova, rinviandola ad altra data (come secondo i Giudici Amministrativi, avrebbe invece dovuto fare), bensì ha lasciato che proseguisse depennando le risposte errate.

Secondo il Consiglio di Stato "le concrete circostanze di fatto verificatesi durante la procedura selettiva non sono state idonee ad assicurare l'obiettivo, perseguito dalla legge, di selezionare i più meritevoli e più idonei all'accesso al corso di laurea" ed inoltre "la prova non può dirsi regolarmente espletata poiché la comparazione dei candidati è avvenuta su quesiti disomogenei per composizione quantitativa e sbilanciati a favore delle discipline specialistiche di settore, con ridimensionamento delle domande di cultura generale".

È stata, quindi, disposta la riammissione in soprannumero di coloro che hanno proposto ricorso con salvezza dei consolidati esiti della prova.