I contratti precari e i diritti dei lavoratori
Per i lavoratori, queste forme di contratto si traducono in stipendi più bassi, nelll'impossibilità di mettere da parte dei risparmi e in una condizione perenne d'insicurezza.
Il precariato è uno dei problemi che più affliggono il mondo del lavoro in Italia. Quali sono i 'contratti precari' più utilizzati? In che modo i lavoratori possono far valere i propri diritti?
Cos'è il precariato?
Negli ultimi decenni sono state promulgate leggi e riforme per rendere flessibile il mondo del lavoro e per poter permettere ai professionisti di lavorare per diverse imprese o in incarichi diversi all'interno della stessa azienda. Tuttavia, in particolar modo con la cosiddetta Legge Biagi (legge 30 del 2003), sono stati inseriti diversi tipi di contratti flessibili che, in realtà, hanno in molti casi sdoganato il precariato. Il mondo del lavoro italiano, infatti, si è rivelato poco incline a essere flessibile. Alcune imprese, inoltre, hanno utilizzato questi contratti per evitare di assumere stabilmente un lavoratore e per ridurre i costi, meno elevati rispetto a un contratto a tempo indeterminato.
Alcuni tipi di contratto precario
Ecco tre dei contratti precari più utilizzati, ancora in vigore dopo il Jobs Act di quest'anno:
- Contratto a chiamata. Denominato anche "job on call" o "contratto di lavoro intermittente" consiste in un contratto di lavoro subordinato attraverso cui il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per "rispondere alla chiamata" e svolgere una prestazione lavorativa.
- Contratto di somministrazione. Dal 2003, questo tipo di contratto ha sostituito il precedente "contratto interinale". Si tratta di un accordo fra tre soggetti: il lavoratore, l'agenzia interinale e il datore di lavoro. Ciò non assicura un posto stabile al dipendente ma offre temporalità e condizioni meno vantaggiose rispetto agli altri lavoratori a tempo indeterminato.
- Contratto a tempo determinato. È dei contratti di lavoro subordinato più usati che può avere una durata massima di 36 mesi, con un massimo di 5 proroghe all'interno dei 3 anni. Con il Jobs Act cambiano alcune regole. I 36 devono essere contati a prescindere dalla mansione svolta nell'azienda e vengono calcolati indipendentemente dai periodi di interruzione fra un contratto e l'altro.
I diritti dei lavoratori
Per i lavoratori, spesso queste forme di contratto si traducono in stipendi più bassi, nelll'impossibilità di mettere da parte dei risparmi e in una condizione perenne d'insicurezza. Molti lavoratori, inoltre, hanno denunciato una diminuzione repentina dei propri diritti non solo in caso di contratto precario ma anche in caso di contratto a tempo indeterminato. Quest'anno, dopo l'entrata in vigore del Jobs Act sono state molte le proteste. Secondo molti dipendenti e sindacati, lo stravolgimento dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, infatti, riduce ancora di più i diritti dei lavoratori.
Per conoscere le possibilità relative a ogni contratto in maniera approfondita è necessario rivolgersi al proprio sindacato o a un avvocato. In questo modo potrai conoscere le possibilità a tua disposizione in caso di violazione dei diritti.
Se hai bisogno di una consulenza puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in diritto del lavoro.
Gentile Vito, in merito al suo commento, le consigliamo di porre una domanda ai nostri esperti nella sezione L'avvocato risponde: https://www.studilegali.com/domande. Un saluto, lo Staff di StudiLegali
Volevo chiedere: un geometra precario di una pubblica amministrazione, assunto a tempo determinato e a 18 ore settimanali, può firmare concessioni edilizie che impegnano l'amministrazione comunale verso l'esterno? Se un precario sì trova per sua disgrazia a possedere un diploma di geometra senza mai aver esercitato, può essere costretto dall'amministrazione a firmare documenti di tale importanza?