L'INSTALLAZIONE DELL'ASCENSORE CONDOMINIALE TRA DIRITTO ALLA MOBILITÀ E TUTELA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA

Abbattimento barriere architettoniche: installazione ascensore in condominio e proprietà privata. Contemperamento di interessi, limite della proprietà esclusiva, opera. Annullata ala delibera che lo violava

20 GEN 2025 · Tempo di lettura: min.
L'INSTALLAZIONE DELL'ASCENSORE CONDOMINIALE TRA DIRITTO ALLA MOBILITÀ E TUTELA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA

Il Tribunale di Torino, con una recente sentenza, ha affrontato un caso emblematico che tocca temi centrali del diritto condominiale: il bilanciamento tra l'interesse collettivo all'abbattimento delle barriere architettoniche e la tutela della proprietà privata. Il caso in esameLa controversia nasce dall'impugnazione di una delibera assembleare che aveva approvato l'installazione di un ascensore nell'edificio condominiale. L'intervento prevedeva lo spostamento della scalinata centrale e il livellamento del piano di calpestio, con conseguente occupazione di una porzione di cantina di proprietà esclusiva di un condomino. Quest'ultimo, ritenendo lesa la propria proprietà, ha impugnato la delibera. I principi giuridici affermatiIl Tribunale ha accolto il ricorso dichiarando la nullità della delibera, basando la propria decisione su alcuni principi fondamentali:1. **Limiti del potere assembleare**: L'assemblea condominiale non può deliberare interventi che incidano sui diritti di proprietà esclusiva dei singoli condomini senza il loro consenso. Come ribadito dalla giurisprudenza della Cassazione, le delibere assembleari possono riguardare solo la gestione delle parti comuni, non i beni di proprietà esclusiva.2. **Necessità di un progetto esecutivo**: La sentenza evidenzia l'importanza di un progetto esecutivo dettagliato che illustri precisamente gli interventi da realizzare e il loro impatto sulle proprietà private.3. **Il ruolo della CTU**: Nel caso specifico, la consulenza tecnica ha confermato che l'intervento avrebbe comportato un'invasione della proprietà privata, modificando sostanzialmente l'utilizzo e il volume della cantina interessata. L'equilibrio tra interessi contrappostiLa sentenza affronta il delicato tema del bilanciamento tra:- L'interesse collettivo all'eliminazione delle barriere architettoniche- La presenza di condomini anziani e con difficoltà motorie- Il diritto di proprietà privata- L'estetica e la funzionalità dell'edificio Le conseguenze praticheIl Tribunale, pur riconoscendo l'importanza dell'abbattimento delle barriere architettoniche, ha stabilito che:1. L'intervento non può essere realizzato ledendo il diritto di proprietà esclusiva2. È necessario trovare soluzioni tecniche alternative che rispettino i diritti di tutti3. Le spese della CTU e del giudizio sono state poste a carico della parte soccombente## Insegnamenti per il futuroLa sentenza offre importanti indicazioni pratiche per i condomini che intendano installare un ascensore:- Necessità di un progetto esecutivo dettagliato- Importanza del consenso dei proprietari delle unità immobiliari interessate- Obbligo di valutare soluzioni tecniche alternative che non ledano diritti individuali- Necessità di bilanciare gli interessi contrapposti in gioco ConclusioniLa decisione del Tribunale di Torino rappresenta un importante precedente nel delicato equilibrio tra l'esigenza di abbattere le barriere architettoniche e la tutela della proprietà privata. Essa sottolinea come, pur nella legittima ricerca di soluzioni per migliorare l'accessibilità degli edifici, non si possano ignorare i diritti dei singoli proprietari, richiedendo invece un approccio che contempli il rispetto di tutte le posizioni giuridiche coinvolte.La decisione offre importanti spunti di riflessione per la gestione futura di situazioni analoghe. In particolare, emerge la necessità di una progettazione accurata e dettagliata degli interventi, che consideri fin dall'inizio tutte le possibili alternative tecniche per minimizzare l'impatto sulle proprietà private. Inoltre, la sentenza sottolinea l'importanza di un approccio collaborativo tra i condomini, evidenziando come la ricerca di soluzioni condivise sia preferibile a imposizioni unilaterali che rischiano di generare contenziosi.La sentenza offre quindi una guida preziosa per amministratori e condomini, evidenziando l'importanza di una progettazione accurata e di un processo decisionale che tenga conto di tutti gli interessi in gioco, nella ricerca di soluzioni che possano soddisfare le esigenze della collettività senza ledere i diritti individuali. Cade, dunque, il falso "mito" dell'interesse collettivo a tutti i costi, compreso il sacrificio della proprietà individuale.

Scritto da

Studio legale Avv. Giulio Mario Guffanti

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