No al gratuito patrocinio per i migranti

L'articolo 15 del decreto dovrebbe introdurre l'articolo 130 - bis, intitolato "Esclusione dalla liquidazione dei compensi al difensore e al consulente tecnico di parte nei processi civili".

9 OTT 2018 · Tempo di lettura: min.
No al gratuito patrocinio per i migranti

La bozza del Decreto Sicurezza introduce un articolo per restringere i casi in cui è possibile richiedere il patrocinio a spese dello Stato per i migranti.

A settembre, il Consiglio dei ministri ha approvato la bozza del Decreto Sicurezza. Il testo comprende diverse novità sui temi dell'immigrazione, del terrorismo e della lotta alle organizzazioni criminali. Ora il decreto dovrà essere approvato in maniera definitiva, anche se ha già ricevuto diverse critiche da partiti e associazioni, anche a livello di legittimità costituzionale.

Una delle misure più polemiche riguarda proprio il tema dell'immigrazione. Oltre a eliminare il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituendolo con permessi per cure mediche o per meriti civili, il Decreto sicurezza riduce le possibilità per la richiesta del gratuito patrocinio, misura che andrebbe a compromettere soprattutto i migranti e le loro richieste d'asilo.

L'articolo 15 del nuovo Decreto Sicurezza, riguardanti le "Disposizioni in materia di giustizia", infatti, dovrebbe introdurre l'articolo 130 - bis, intitolato "Esclusione dalla liquidazione dei compensi al difensore e al consulente tecnico di parte nei processi civili", nel decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115 (Testo Unico in materia di Spese di Giustizia). L'articolo sancisce che:

1. Nel processo civile, quando l'impugnazione, anche incidentale, è dichiarata inammissibile, al difensore non è liquidato alcun compenso.

2. Non possono essere altresì liquidate le spese sostenute per le consulenze tecniche di parte che, all'atto del conferimento dell'incarico, apparivano irrilevanti o superflue ai fini della prova.

Secondo il testo di questo articolo, dunque, durante un processo civile, lo Stato non dovrebbe liquidare i compensi al difensore o al consulente tecnico se l'impugnazione è dichiarata inammissibile o irrilevante. Quali conseguenze può avere questa misura del Decreto Sicurezza sulle richieste d'asilo dei migranti? L'obiettivo del governo, utilizzando la scusa che la Corte di Cassazione è intasata da questo tipo di richieste, è quello di abolire il patrocinio a spese dello Stato per quei migranti che presentano un ricorso presso questo tribunale, in seguito al rifiuto della loro richiesta d'asilo.

"Bisogna fermare il business degli avvocati d'ufficio che fanno i milioni sulla pelle degli immigrati" aveva già annunciato il ministro degli interni, Matteo Salvini che, inoltre, qualche giorno fa aveva anche affermato: "Sarà più difficile fare i furbetti per gli immigrati che arrivano in Italia", riferendosi alla misura del Decreto che incrementa il numero di reati per cui un migrante può perdere lo status di rifugiato.

Sono tante le misure presenti nel Decreto Sicurezza che sono state criticate dall'opposizione e non solo. "A me sembra strano che si parli di immigrati all'interno del decreto sicurezza. Inserirlo lì significa giudicare già l'immigrato per una sua condizione, per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere" ha affermato, ad esempio, Nunzio Galantino, segretario generale della CEI.

Questo articolo, in particolar modo, potrebbe non passare il vaglio di costituzionalità. La legittimità costituzionale di questa misura sul gratuito patrocinio, infatti, si scontra con l'articolo 24 della Costituzione italiana che, nel terzo comma, sancisce che:

"Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione".

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StudiLegali.com

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