Coppie non sposate: comprare casa
Sapevate che il contratto di convivenza non è una soluzione in caso di morte del partner proprietario dell'immobile?
Le coppie non sposate non hanno le stesse tutele di quelle sposate. Nell'acquisto di una casa da parte di uno dei due partner, ad esempio, è preferibile sottoscrivere un "contratto di convivenza".
Non tutte le coppie che decidono di comprare una casa insieme sono sposate. Ovviamente questo può creare problematiche sia per il pagamento del mutuo che a livello di proprietà, ad esempio nel caso di morte di uno dei due partner. Le coppie non sposate, infatti, a livello giuridico, hanno molte meno tutele rispetto a quelle che hanno contratto matrimonio.
L'unica maniera per fare in modo che la casa sia intestata a entrambi i partner, visto che non è possibile utilizzare la comunione legale, è quello di acquistare la casa in maniera congiunta (e di cointestare il mutuo) ossia firmando entrambi il contratto di compravendita. In alternativa, invece, è possibile che solo uno dei due partner sia il proprietario esclusivo dell'immobile.
In quest'ultimo caso, però, non essendoci diritti e doveri, come avviene nel caso delle coppie sposate, il convivente non ha nessun tipo di diritto sulla casa del partner, rischiando, quindi rischia di rimanere all'improvviso senza una dimora. In più, a livello fiscale, non è possibile richiedere nessun tipo di detrazione per l'acquisto della casa per le coppia non sposate.
Quali sono le soluzioni possibili in questo caso?
Secondo il Consiglio Nazionale del Notariato, una delle soluzioni a disposizione per le coppie non sposate è utilizzare il cosiddetto "contratto di convivenza". Si tratta di un contratto scritto (fra quelli previsti dall'articolo 1322 del Codice Civile) con cui è possibile creare un accordo su diverse tematiche all'interno delle coppie non sposate, comprese le questioni patrimoniali, fra cui la casa di residenza. In questo caso, dunque, si può gestire direttamente ciò che succederà in caso di cessazione del rapporto, ad esempio attraverso la divisione dei beni mobili e immobili che sono stati acquistati durante la convivenza o di un contributo monetario per il partner più debole economicamente.
Il contratto di convivenza, però, non è una soluzione in caso di morte del partner convivente e proprietario dell'immobile. Nel caso delle coppie non sposate, infatti, il partner non ha nessun tipo di diritto successorio ed è molto probabile che altri familiari richiederanno il proprio diritto di erede sul patrimonio del defunto. Per questo, in caso di convivenza di una coppia non sposata, l'unica soluzione è il testamento per poter risolvere il vuoto normativo.
Il partner proprietario dell'immobile per assicurarsi che il convivente possa usufruire di diritti successori dovrà includerlo nel testamento. In questo modo, sarà possibile evitare eventuali controversie con gli altri familiari e permettere al partner di poter avere diritti sull'immobile in cui hanno convissuto.
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