Figlia fuoricorso ha diritto alla paghetta

Nel giudizio di primo grado, il Tribunale di Pordenone aveva emesso il verdetto a favore dell'assegno di mantenimento per la figlia.

23 OTT 2017 · Tempo di lettura: min.
Figlia fuoricorso ha diritto alla paghetta

Il Tribunale di Pordenone e la Corte d'appello di Trieste confermano l'assegno di mantenimento per una ragazza di 26 anni non ancora laureata alla triennale.

Secondo il primo comma dell'articolo 337-septies del Codice Civile: "Il giudice, valutate le circostanze, può disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente il pagamento di un assegno periodico. Tale assegno, salvo diversa determinazione del giudice, è versato direttamente all'avente diritto". Sono stati molti i casi negli ultimi anni in cui i Tribunali hanno dovuto esprimersi in merito al pagamento di questi assegni per i figli maggiorenni non ancora economicamente indipendenti. Uno degli ultimi casi risale al 3 maggio scorso.

Il caso

Il caso preso in considerazione dalla Corte d'appello di Trieste riguarda una ragazza di 26 anni di diversi anni fuoricorso all'università. Il padre aveva richiesto alla ragazza fuorisede di ritornare a casa per poter recuperare gli esami mancanti, offrendogli una stanza dove avrebbe potuto studiare tranquillamente. In più, dopo averle ridotto la "paghetta", le aveva proposto altri progetti a livello formativo e lavorativo nel caso in cui avesse voluto abbandonare gli studi.

Nel giudizio di primo grado, il Tribunale di Pordenone aveva emesso il verdetto a favore dell'assegno di mantenimento per la figlia. Il padre, infatti, prima di essere citato in giudizio, aveva ridotto la paghetta a soli 20 euro a settimana. Tuttavia, la ragazza, pur non essendosi ancora laureata alla triennale a 26 anni, aveva chiesto aiuto ai giudici perché, con la paghetta in questione, non avrebbe potuto mantenere il tenore di vita a cui era stata sempre abituata. Il padre, infati, in sede di divorzio con l'ex moglie, si era impegnato al mantenimento della giovane. La ragazza aveva richiesto per l'assegno ben 2500 euro di paghetta al mese. Tuttavia i giudici, pur dando ragione alla figlia, comprendendo le ragioni del padre, hanno deciso di ridurre la somma a una paga mensile di 500 euro. I giudici, in base al primo comma dell'articolo 337-septies, hanno affermato che, attualmente, per i giovani è più difficile raggiungere un'indipendenza economica.

La Corte d'Appello di Trieste ha confermato la precedente sentenza del Tribunale di Pordenone: "pur a fronte di un non efficace impegno di (…) nello studio e nel lavoro, dato certo e sicuro che non le rende certo onore e che ella dovrà impegnarsi a superare, è anche vero che nell'attuale momento economico ed alla stregua dell''id quod plerumque accidit' si deve riconoscere, in generale, la possibilità di una certa inerzia nella maturazione che porta all'indipendenza dei giovani ragazzi, ciò che certo deve riconoscersi anche in questo caso, attesa l'età (ventisei anni) della ragazza".

In più, la Corte, riprendendo una precedente sentenza del Tribunale di Milano, ha confermato come limite generale per il mantenimento dei figli maggiorenni l'età di circa 34 anni. Tuttavia, i giudici hanno deciso di ridurre ulteriormente la somma da versare: "La Corte, decidendo sul reclamo proposto, in parziale riforma del provvedimento impugnato che, nel resto, conferma, riduce l'ammontare dell'assegno dovuto dal reclamante alla figlia ... fino alla somma di € 350,00".

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