La normativa nazionale e internazionale nel caso Aquarius
«Tale misura non è di per sé esclusa dal diritto del mare, ricadendo i porti nell'ambito dell'esclusiva sovranità dello Stato».
È possibile chiudere i porti per evitare l'ingresso dei migranti? Il Gruppo d'interesse sul diritto del mare dà la propria opinione sul tema.
Da pochi giorni, la nave dell'Ong Sos Méditerranée "Aquarius", con a bordo circa 630 migranti, è sbarcata nel porto della città spagnola di Valencia, invece che in Italia. Questa è stata una delle prime scelte controverse del nuovo governo italiano, con Matteo Salvini come ministro degli Interni. L'Italia, infatti, ha deciso di non permettere ai migranti di sbarcare nel suo territorio, entrando in conflitto con Malta ma anche con altri stati dell'Unione Europea come la Francia.
Oltre a una questione prettamente etica e morale che ha scosso profondamente la società europea per il rifiuto di aiutare centinaia di migranti, quella dell'Aquarius è una vicenda che mostra in tutta la sua fragilità la politica europea e internazionale in materia di immigrazione. Quali sono le principali leggi che intervengono in questa situazione?
Costituzione italiana: l'articolo 2 della Costituzione italiana sancisce che "la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".
Codice della navigazione: gli articoli 1113 e 1158 di questo codice prevedono pene di reclusione per l'omissione di soccorso, ossia per chi non presta soccorso a una nave, un galleggiante, un aeromobile o a una persona in pericolo.
Altre convenzioni: a livello di diritto marittimo, la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo (SAR) o la Carta delle Nazioni unite sul diritto del mare sanciscono l'importanza dell'intervento in mare quando ci siano vite in pericolo. Chiaramente anche la Corte europea dei diritti dell'uomo, pur non facendo riferimento al diritto marittimo, salvaguarda i diritti fondamentali delle persone, quale il diritto alla vita.
In ogni caso, nonostante queste normative, la questione della chiusura dei porti alla nave in seguito alla decisione del ministro Salvini, non è del tutto chiara. Le lacune e le interpretazioni del diritto internazionale, infatti, non chiariscono al 100% la situazione italiana nel caso Aquarius. Il Gruppo d'interesse sul diritto del mare della Società Italiana di Diritto Internazionale e dell'Unione Europea, formato da diversi docenti universitari ed accademici, ha scritto e firmato una lettera aperta sulla questione per chiarire la situazione dal punto di vista giuridico. Nel terzo punto della lettera, riguardante la chiusura dei porti, gli accademici hanno affermato che:
"Tale misura non è di per sé esclusa dal diritto del mare, ricadendo i porti nell'ambito dell'esclusiva sovranità dello Stato. La possibilità di attuarla dipende tuttavia dall'esistenza (o meno) di accordi bilaterali tra lo Stato del porto e quello di bandiera (e dal contenuto di tali accordi) nonché dalle specificità di ciascun singolo caso. Il rifiuto di accogliere in porto una nave potrebbe quindi configurare una violazione del dovere di salvaguardare la vita umana in mare qualora la nave in oggetto si trovi in difficoltà, se non addirittura una forma di respingimento di massa, anch'esso vietato dal diritto internazionale".
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