La sentenza della Cassazione sulla responsabilità condivisa in medicina

Un pronunciamento della Cassazione, l'Ordinanza numero 34516 dell'11 dicembre 2023 ridefinisce i confini della responsabilità professionale e della sicurezza nell'ambito sanitario.

4 FEB 2025 · Tempo di lettura: min.
La sentenza della Cassazione sulla responsabilità condivisa in medicina

Il contesto della sentenza

La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Terza Civile, ha emesso una sentenza che ha suscitato ampio dibattito nel settore della responsabilità medica e sanitaria. Il caso in questione, che riguarda una complicanza post-operatoria, ha generato riflessioni non solo tra giuristi e professionisti della salute, ma anche tra pazienti e famiglie, mettendo in evidenza le interazioni tra tecniche chirurgiche, decisioni sanitarie e conseguenze legali. L'intervento oggetto della sentenza è stato eseguito per il trattamento dell'endometriosi profonda con tecnica laparoscopica e ha determinato una complicanza neurologica vescicale, sollevando interrogativi sulla qualità dell'operato medico e sul rispetto delle linee guida cliniche.

Il ruolo del medico e delle strutture sanitarie

La vicenda ruota attorno al medico A.A., citato in giudizio insieme alla Casa di Cura Cellini Spa e all'Azienda Sanitaria Locale (ASL) responsabile della gestione del paziente. La Corte d'Appello di Torino aveva già ritenuto l'intervento chirurgico eccessivamente radicale e non conforme alle tecniche più avanzate, come la "nerve sparing", che avrebbe potuto ridurre significativamente il rischio di complicanze. Questa valutazione ha evidenziato l'importanza di mettere sempre il paziente al centro delle decisioni cliniche.

La Corte di Cassazione ha analizzato i ricorsi presentati da A.A. e dalla struttura sanitaria, rigettando il primo motivo e confermando la responsabilità del medico per imprudenza e imperizia. Ha stabilito che l'intervento fosse imprudente per l'eccessiva radicalità e imperito per la mancata adozione della tecnica di conservazione dei nervi. Il pronunciamento ribadisce che le scelte terapeutiche devono sempre basarsi su evidenze scientifiche aggiornate e su un'attenta valutazione dei rischi e benefici per il paziente.

La responsabilità condivisa tra medico e struttura

Un altro aspetto cruciale affrontato dalla Corte riguarda la responsabilità economica dell'ASL nei confronti del medico. La Cassazione ha ritenuto inaccettabile una rivalsa integrale da parte dell'ASL nei confronti del professionista, limitandola al 50%. Questo passaggio sottolinea il principio della responsabilità condivisa tra struttura sanitaria e medico, riconoscendo la complessità del settore sanitario, in cui le scelte di un singolo operatore si intrecciano con le politiche e le decisioni dell'ente in cui opera.

Implicazioni della sentenza

La sentenza offre un contributo significativo alla riflessione sulla responsabilità in ambito medico, ribadendo la necessità di attenersi a protocolli rigorosi, senza compromettere la discrezionalità clinica del medico. L'osservanza delle linee guida mediche diventa così un pilastro fondamentale del ragionamento giuridico, utile a prevenire futuri contenziosi e a garantire una migliore tutela dei pazienti.

Le statistiche sulla responsabilità medica in Italia evidenziano una crescita preoccupante delle denunce per malasanità. Secondo dati del Ministero della Salute, negli ultimi dieci anni le segnalazioni di illeciti sono aumentate del 95%. Questa tendenza non incide solo sui singoli professionisti, ma anche sull'intero sistema sanitario, minando la fiducia dei cittadini nei servizi offerti.

Verso una maggiore sicurezza e responsabilità

In un contesto in cui i pazienti chiedono sempre più sicurezza, la decisione della Cassazione rappresenta un passo significativo verso un equilibrio più equo nella definizione della responsabilità legale. Da un lato, si afferma la necessità di responsabilità individuale per i medici; dall'altro, si riconosce il dovere delle strutture sanitarie di garantire un'adeguata formazione e supporto ai propri operatori, promuovendo così cure di alta qualità.

Conclusioni

L'importanza di questa sentenza va oltre il piano giuridico, influenzando anche le implicazioni etiche e sociali del sistema sanitario. Il principio della corresponsabilità tra ASL e medici potrebbe incentivare maggiori investimenti in formazione, aggiornamento e supervisione, contribuendo a ridurre il numero di contenziosi legati a pratiche obsolete o inadeguate.

Il dibattito nei settori legale e sanitario evidenzia la necessità di una riforma che integri in modo armonioso l'approccio giuridico e quello sanitario, garantendo una maggiore protezione sia per i pazienti che per i professionisti della salute. Definire con precisione i confini della responsabilità professionale non solo evita conflitti e malintesi, ma contribuisce a rafforzare l'intero sistema sanitario.

Ogni sentenza di questa portata genera un impatto profondo, capace di alimentare un cambiamento culturale. La medicina, oltre a essere una scienza, comporta anche una dimensione umana ed etica essenziale. Se il rispetto dei protocolli è imprescindibile, altrettanto lo è la necessità di un dialogo costruttivo tra medici e pazienti, essenziale per prevenire incomprensioni e promuovere una cultura della responsabilità e della collaborazione.

Nel complesso, la pronuncia della Corte di Cassazione contribuisce a delineare meglio i confini della responsabilità professionale, stimolando un dibattito che potrebbe tradursi in azioni concrete per garantire elevati standard di sicurezza e affidabilità nel settore sanitario. Sebbene la strada da percorrere sia complessa, questo percorso è necessario per ristabilire la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario e nel lavoro dei suoi professionisti.

Scritto da

Studio legale Polenzani - Brizzi

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