Pignoramento presso terzi: cos'è e come funziona
Questo tipo di pignoramenti permette al creditore di avere maggiori garanzie di riscossione del debito.
In cosa differisce il pignoramento presso terzi dal normale pignoramento?
Cosa s'intende per pignoramento presso terzi?
In generale, con il termine "pignoramento" (articolo 491 e seguenti del codice di procedura civile), s'indica quel processo di espropriazione coatta attraverso cui un creditore può recuperare il debito tramite la sottrazione di beni mobili e immobili del debitore. In seguito alla notifica dell'ufficiale giudiziario, infatti, vengono espropriati determinati beni per poterli liquidare o ipotecare e poter, in seguito, estinguere il debito con il creditore. Il pignoramento viene messo in atto quando il debitore non estingue il suo debito.
Nel caso del cosiddetto "pignoramento presso terzi", invece, il processo non viene avviato direttamente sui beni che il debitore ha in suo possesso ma su quelli che non ha ancora ricevuto. In quest'area si trovano beni o denaro (pensione, stipendi, conti correnti, ecc.) che un terzo soggetto (l'inquilino, il datore di lavoro, la banca, ecc.) deve al debitore.
Il pignoramento, dunque, non ricade solamente sul debitore ma anche sul cosiddetto "debitore del debitore" o "terzo pignorato". In questo modo, la somma di denaro passa direttamente al creditore e non al debitore. Il pignoramento presso terzi è definito e regolato dall'articolo 543 e seguenti del codice di procedura civile.
Il pignoramento presso terzi, però, è soggetto a dei limiti soprattutto per quanto riguarda pensioni e stipendi. In generale, i crediti possono essere pignorati solo nella misura del 20%. Nonostante ciò, dal 2013, questa norma ha subito delle modifiche. Attualmente, questa percentuale diventa proporzionale al reddito: per le retribuzioni fino a 2500 euro il limite è di 1/10, fra i 2501 e i 5000 è di 1/7, mentre torna al 20% per le retribuzioni superiori a 5000 euro. Un ulteriore limite ai pignoramenti presso terzi sono tutti quelle somme di denaro che provengono dai sussidi, come ad esempio l'assegno di maternità o gli assegni alimentari.
Come funziona?
Il pignoramento presso terzi viene largamente utilizzato perché offre più garanzie al creditore di poter riscuotere il debito. Ma come si sviluppa il processo di pignoramento presso terzi?
Generalmente il procedimento inizia con un atto consegnato all'Ufficio Giudiziario cui segue la comunicazione sia al debitore che al terzo pignorato dell'avvio della procedura. Durante questa fase vengono comunicati l'ammontare del debito e i beni o le somme su cui si procederà al pignoramento.
Al terzo pignorato, però, viene inviato un ulteriore messaggio che specifica di lasciare i beni nelle condizioni in cui si trovano. Deve inoltre comunicare, entro dieci giorni dalla notifica, se queste somme o beni esistono realmente e se sono disponibili. Questa conferma può essere fatta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o Pec (Posta Elettronica Certificata).
Il terzo soggetto dovrà inoltre presentarsi all'udienza fissata per effettuare una dichiarazione per confermare i beni pignorati e per poi accordare, eventualmente, l'assegnazione delle somme.
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