Trascrizione dell’atto di nascita formato all’estero a seguito di maternità surrogata
Il Tribunale di Milano ha dichiarato illegittimo il rifiuto del Comune di Milano a trascrivere l'atto di nascita di un bambino con due padri nato negli Stati Uniti con maternità surrogata.
Tribunale di Milano, 15 novembre 2021: trascrizione dell'atto di nascita formato all'estero a seguito di maternità surrogata
Il Tribunale di Milano ha ordinato al Comune di Milano di trascrivere integralmente, cioè di riconoscere a pieno titolo, l'atto di nascita con due padri di un bambino nato negli Stati Uniti grazie alla maternità surrogata. I giudici, basandosi su un'importante decisione della Corte costituzionale, hanno dichiarato illegittimo il rifiuto del Comune di riconoscere il bimbo come figlio alla nascita di entrambi i padri. La decisione del Tribunale si basa sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 33/2021, che, oltre ad invitare il legislatore ad intervenire puntualmente in materia, ha sostanzialmente confutato la sentenza n. 12193/2019 della Cassazione, nella quale si riteneva il minore nato da maternità surrogata «adeguatamente tutelato mediante l'adozione in casi particolari prevista dall'art. 44 delle legge 184/1983». Pertanto, il punto di equilibrio individuato dalla precedente giurisprudenza per la tutela del minore in questi casi, ossia il ricordo all'adozione ex art. 44 della legge 184/1983, è stato esplicitamente ritento insufficiente. Per i Giudici, quindi, il bambino deve essere «garantito» secondo i diritti e doveri della piena genitorialità, essendo un «soggetto certamente incolpevole rispetto alle scelte operate da coloro che hanno contribuito alla sua nascita», anche quando comprendono una pratica illegale nell'ordinamento italiano come la maternità surrogata. Il Tribunale di Milano ha operato un bilanciamento tra l'interesse del minore alla relazione familiare e la tutela della dignità della donna che si è prestata alla maternità surrogata, concludendo che, nel caso di specie, non vi è stata alcuna lesione della dignità di quest'ultima. La sentenza in esame adotta un interpretazione costituzionalmente orientata della normativa sull'adozione "ignorando" la chiara indicazione della Corte Costituzionale che invita il legislatore a intervenire.