Inquinamento polveri sottili: l’Ue avverte l’Italia
Secondo l'Aea (Agenzia Europea dell'Ambiente), l'Italia è il paese dell'Unione Europea con il tasso di mortalità più alto causato da inquinamento da poveri sottili.
La Commissione Europea chiede all'Italia di incrementare le misure per la riduzione delle emissione delle polveri sottili.
Con l'obiettivo di proteggere la salute pubblica, l'Unione Europea ha ricordato all'Italia di incrementare le misure previste contro l'inquinamento da Pm10 (in inglese Particulate Matter, in italiano materia particolata), relativo alle cosiddette polveri sottili. Si tratta di un ultimo avvertimento, dovuto agli alti livelli di questi sostanze inquinanti causati dalle emissioni dei vari settori produttivi ed energetici italiani.
L'Italia non è fra i paesi più virtuosi nel rispetto delle norme ambientali e, per questo, ne soffre le conseguenze. Secondo l'Aea (Agenzia Europea dell'Ambiente, European Environment Agency), è il paese dell'Unione Europea con il tasso di mortalità più alto causato da inquinamento da poveri sottili: 66 mila vittime ogni anno. Attualmente, la normativa comunitaria di riferimento è la Direttiva 2008/50/CE che stabilisce i limiti di Pm10 da non superare, a livello annuale e giornaliero, per mantenere una buona qualità dell'aria.
I limiti giornalieri riguardanti le polveri sottili stabiliti nel 2005, vengono puntualmente disattesi da diverse regioni italiane, fra cui: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Molise, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia. Ben nove aree sono sotto controllo: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura padana lombarda, Torino e Valle del Sacco (Lazio). Queste zone erano già state oggetto di sentenza, nel 2006 e nel 2007, da parte della Corte di Giustizia a causa della violazione delle norme sull'emissione di sostanze inquinanti.
Quali sono i rimedi?
Secondo l'Unione Europea, quando uno Stato membro supera i limiti stabiliti ha il dovere di proteggere la salute pubblica attraverso piani di miglioramento della qualità dell'aria, in modo da far diminuire i valori delle polveri sottili. Questo ultimo avvertimento dell'UE nei confronti dell'Italia è la conseguenza di una lettera di costituzione in mora già inviata nel giugno del 2016. Se non si dovesse intervenire entro due mesi, la Commissione Europea potrebbe portare il caso dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
L'Italia non è stato l'unico paese a superare i limiti richiesti dall'Unione Europea. La Commissione Europea sta giudicando le infrazioni di 16 Stati membri (Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) e, due di questi (Polonia e Bulgaria), sono già stati portati dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
Secondo quanto riportato dall'agenzia Adnkronos, il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti ha così risposto agli avvertimenti dell'Unione Europea: "Risponderemo alla lettera della Commissione Europea sullo smog nelle città italiane illustrando nel dettaglio tutto ciò che il nostro Paese sta facendo per superare strutturalmente l'emergenza. Stiamo affrontando dal primo giorno la questione dei superamenti nei livelli di inquinanti nelle nostre città del bacino padano, ma anche di altre aree italiane. A preoccuparci non è la prospettiva di una sanzione europea, ma innanzitutto il rischio che corrono la salute dei cittadini e la qualità dell'ambiente".
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