L'adozione del maggiorenne: la svolta della Corte Costituzionale sulla differenza d'età
L'adozione del maggiorenne ha subito una significativa evoluzione con la sentenza n. 5/24 della Corte Costituzionale, che ha sancito la derogailità al limite di differenza di età tra adottante e adottato
Una significativa evoluzione nel diritto di famiglia italiano è stata segnata dalla recente sentenza n. 5/24 della Corte Costituzionale, che ha ridisegnato i confini dell'istituto dell'adozione del maggiorenne, intervenendo specificamente sulla questione della differenza d'età tra adottante e adottato.La pronuncia della Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 291, primo comma del codice civile, nella parte in cui stabiliva in modo rigido e inderogabile il requisito della differenza minima di diciotto anni tra adottante e adottato. Questa decisione rappresenta un importante passo avanti nell'adeguamento dell'istituto dell'adozione alle moderne dinamiche familiari e sociali.Il caso che ha portato alla pronuncia della Corte è emblematico delle nuove realtà familiari contemporanee. Il Tribunale di Firenze si è trovato a dover valutare la richiesta di adozione presentata da una donna, coniugata con un vedovo, che desiderava adottare il figlio maggiorenne del marito. La particolarità della situazione risiedeva nel fatto che tra l'aspirante madre adottiva e il potenziale adottato intercorreva una differenza di età di diciassette anni e tre mesi, quindi leggermente inferiore al limite stabilito dalla legge. Ciò che rendeva il caso ancora più significativo era il fatto che tra i due si era già instaurato un rapporto affettivo consolidato, essendo il ragazzo cresciuto con la donna fin dall'età di cinque anni.La Corte Costituzionale, nell'affrontare la questione, ha sviluppato un'analisi approfondita dell'evoluzione dell'istituto dell'adozione del maggiorenne nel contesto sociale contemporaneo. I giudici hanno evidenziato come questo tipo di adozione abbia subito una profonda trasformazione nella sua funzione sociale e giuridica. Se storicamente l'adozione del maggiorenne era principalmente finalizzata alla trasmissione del cognome e del patrimonio, oggi assume un significato profondamente diverso, più aderente alla moderna concezione della famiglia.Nel nuovo contesto sociale, infatti, la famiglia non è più vista esclusivamente come un nucleo basato su legami di sangue, ma come una comunità in cui possono coesistere e intrecciarsi relazioni di diversa natura. In questa prospettiva, l'adozione del maggiorenne diventa uno strumento giuridico per riconoscere e consolidare legami affettivi già esistenti, che contribuiscono a definire l'identità stessa delle persone coinvolte.La decisione della Corte Costituzionale si caratterizza per il suo equilibrio: non abolisce il requisito della differenza d'età, che rimane fissato a diciotto anni, ma introduce un elemento di flessibilità, conferendo ai giudici il potere di valutare, caso per caso, la possibilità di derogare a tale limite. Questa deroga non è automatica né arbitraria, ma deve essere supportata da "motivi meritevoli" che il giudice dovrà attentamente valutare nel caso concreto.Questa nuova interpretazione permette di contemperare due esigenze fondamentali: da un lato, il mantenimento di una regola generale che garantisce una differenza generazionale appropriata tra adottante e adottato; dall'altro, il riconoscimento della necessità di adattare la norma a situazioni particolari in cui il rigido limite anagrafico potrebbe ostacolare la formalizzazione di rapporti affettivi consolidati e meritevoli di tutela giuridica.La sentenza rappresenta un importante passo avanti nella modernizzazione del diritto di famiglia italiano, dimostrando la capacità dell'ordinamento di adattarsi alle mutate esigenze sociali senza per questo rinunciare a principi fondamentali di regolamentazione dei rapporti familiari. La decisione si inserisce in un più ampio processo di evoluzione del diritto di famiglia, che vede il progressivo riconoscimento della centralità dei legami affettivi e della loro tutela giuridica.In conclusione, questa pronuncia della Corte Costituzionale non solo risolve un problema specifico legato alla differenza d'età nell'adozione del maggiorenne, ma offre anche una chiave di lettura moderna dell'istituto dell'adozione, più attenta alla dimensione affettiva e relazionale della famiglia contemporanea. La possibilità di derogare al limite dei diciotto anni, quando sussistono valide ragioni, rappresenta un importante strumento di flessibilità che permetterà ai giudici di dare riconoscimento giuridico a situazioni familiari meritevoli di tutela, pur nel rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento.