Qual è l'iter da seguire per assumere una colf o una badante?
Sempre più colf e badanti provengono da altri paesi dell'Unione Europea o da paesi extracomunitari.
Qual è l'iter da seguire per assumere una colf o una badante? Cosa fare nel caso in cui si tratti di lavoratori extracomunitari?
I lavoratori domestici all'interno delle case italiane svolgono un lavoro essenziale che deve seguire norme precise. Fra i lavori più diffusi troviamo quello delle colf, ossia quelle persone che si occupano della pulizia della casa, e delle badanti che si occupano dell'assistenza delle persone anziane o non autosufficienti. Nonostante spesso questi lavori vengano declinati al femminile, esistono persone di entrambi i sessi che svolgono queste professioni.
Nell'assunzione di questo tipo di professionisti, spesso, si presentano diversi dubbi su quale sia il tipo di contratto di lavoro più adeguato da stipulare. Secondo l'articolo 6 del CCNL sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico "Tra le parti dovrà essere stipulato un contratto di lavoro (lettera di assunzione)". La stessa norma, inoltre, specifica gli elementi che vanno indicati nel contratto, come la durata del periodo di prova o se è prevista la convivenza oppure no.
Ad essere obbligatoria, inoltre, è la comunicazione all'Inps che dev'essere eseguita entro le 24 ore precedenti all'inizio del rapporto di lavoro, anche se si tratta di un giorno festivo. È necessario avvisare l'Inps anche in caso di modifiche contrattuali, attraverso il sito o contact center telefonico.
Per quel che riguarda il rapporto di lavoro vero e proprio, il datore di lavoro e il lavoratore domestico devono fare riferimento agli articoli 2240 e seguenti del codice civile riguardante i "servizi di carattere domestico" e alla legge n. 339/1958.
Lavoratori domestici stranieri
Non è raro che molti lavoratori domestici siano stranieri. Sempre più colf e badanti, infatti, provengono da altri paesi dell'Unione Europea o da paesi extracomunitari. In questo caso, è indispensabile prendere in considerazione anche la normativa sull'immigrazione per poter portare a termine correttamente l'assunzione.
Nel caso dei cittadini comunitari è semplicemente necessario che abbiano il permesso di soggiorno dopo i tre mesi dal loro ingresso in Italia. Per l'assunzione come lavoratore domestico, dovranno sottostare alle regole per i cittadini italiani e presentare un documento d'identità, il codice fiscale e la tessera sanitaria.
Nel caso dei lavoratori extracomunitari, invece, i casi si suddividono fra chi già soggiorna regolarmente in Italia e chi si trova ancora nel suo paese d'origine. Nel caso di chi già ha il permesso di soggiorno per poter lavorare, è possibile assumerlo seguendo un iter simile a quello dei cittadini comunitari. Se il lavoratore è ancora nel suo paese d'origine, invece, bisogna chiedere il nulla osta, attraverso la domanda online, presso Sportello Unico per l'Immigrazione. Il datore di lavoro, infatti, deve dimostrare che è in grado di farsi carico della retribuzione, delle spese di viaggio e di rimpatrio e di poter assicurare un alloggio adeguato al lavoratore.
Dopo aver ottenuto il nulla osta, dovrà essere consegnato al consolato italiano presente nel paese d'origine del lavoratore che dovrà poi ritirare, entro sei mesi, il visto d'ingresso. Al suo arrivo in Italia il lavoratore dovrà recarsi presso lo Sportello Unico per l'Immigrazione per la firma del contratto di soggiorno e per la richiesta di permesso di soggiorno.
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